Sublime

Com’è brusco tornare alla trivialità della quotidianità dopo aver assistito al teatro di Gegè, al cinema di Gegè. È per questo che non vado mai al cinema. Quando lo spettacolo finisce, fuori c’è la caducità della normalità. E questa escalation brutale, violenta, mi fa soffrire come un povero uomo tra i poveri uomini. Mi fa sentire fuori dalla vita

Sono d’accordo, pressappoco, con tutto ciò che dici, per la semplice ragione che sei tu a dirlo, spiegarlo, precisarlo, sfumarlo, e che quello è il barometro del tuo spirito e non la voce della verità. Non sono d’accordo con niente di ciò che dice il tuo partito, anche quando ripete parola per parola ciò che hai detto tu. Anche e soprattutto quando

at the end I hardly knew who I was or what I was doing.

(in italiano potete leggerlo con il titolo Facciamo un gioco; da

Individually, the scenes can seem trivial or meaningless: their power comes only when the play is taken as a whole.

Da quel giorno, tutte le volte che il sole si abbassa e si fa notte, aspetto una risposta da me stesso o da qualcun altro. Tutti i giorni. Sistematicamente, non arriva. Perché è infinita la commedia delle domande. E striminzita quella delle risposte. È sempre questa inesorabile sproporzione che determina l’invecchiamento di tutte le cellule. Questo