Luxury articles

se il lusso lo sfiora, non può precipitare nel kitsch, trasformandosi in una caricatura decadente, priva di misura e soprattutto di consapevolezza. Il lusso non deve ridursi a cliché, a conformismo estetico o a mero strumento di riconoscimento, anche se non è facile liberarlo da queste etichette.
Il lusso, nella sua inutilità almeno apparente, dovrebbe sempre tenere insieme stile e giudizio critico.
Concludo con un’altra nota personale. Mio padre aveva un’idea di lusso che avrebbe probabilmente messo in crisi le categorie di questo breve scritto. Mi diceva: Pensa che bello andare in giro in Cinquecento, sapendo di avere una Volvo biturbo in garage. Il lusso non coincideva con l’esibizione, ma con la consapevolezza della possibilità di. Un lusso silenzioso che si affermava più nel “sapere di” che nell’apparire. Papà non comprendeva le dinamiche del signor Pesci, molto più giovane di lui. Aveva vissuto gli anni della guerra, e per questo il vero lusso – l’unico che sentiva legittimo – era il granaio pieno: la sicurezza, più che l’apparenza. Il lusso, nella visione di mio papà, non coincideva con lo spreco o con l’ostentazione, ma con la possibilità di scegliere la sobrietà sapendo di non esserne costretti. Una libertà interiore, che sfuggiva alla logica performativa del consumo visibile.
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