Il capitale nel XXI secolo (Vintage) (Italian Edition)

Occorre ancora precisare che la crescita demografica debole prevista per la seconda metà del XXI secolo (0,2% tra il 2050 e il 2100) è interamente a carico del continente africano (con una crescita dell’1% annuo). Negli altri tre continenti, la popolazione dovrebbe o ristagnare (0,0% in America) o diminuire (-0,1% in Europa e -0,2% in Asia). Una si

In linea di principio, il meccanismo grazie al quale i paesi ricchi possiedono una parte dei paesi poveri può avere, in termini di convergenza, effetti virtuosi.

di rendimento, a volte un po’ più elevato, è riscontrabile negli appartamenti più piccoli. Un appartamento del valore di 100.000 euro può comportare un affitto di 400 euro al mese, vale a dire circa 5000 euro annui (5%).

Nel primo decennio del XXI secolo ritroviamo questo medesimo tipo di rendimento – dell’ordine del 4-5% circa, a volte un po’ meno, soprattutto quando i prezzi salgono di molto senza che vi corrisponda un totale adeguamento degli affitti – per quanto riguarda il settore immobiliare. Per esempio, oggi, un grande appartamento parigino del valore di un

In altri termini, se in una data società il patrimonio equivale a sei annualità di reddito nazionale, e se il tasso di rendimento medio da capitale è del 5% annuo, la quota di capitale nel reddito nazionale è del 30%.

In pratica, il capitale può essere posseduto sia da privati (nel qual caso parliamo di capitale privato) sia dallo Stato o dalle pubbliche amministrazioni (nel qual caso parliamo di capitale pubblico). Esistono anche forme intermedie di proprietà collettiva a beneficio di enti morali che perseguono obiettivi specifici (fondazioni, chiese ecc.), for

Oggi la realtà è che la disuguaglianza del capitale è molto più un fattore interno che esterno: contrappone più i ricchi e i poveri all’interno di ciascun paese che tra un paese e l’altro.

Gli altissimi livelli di capitale patrimoniale osservabili oggi nei paesi ricchi sembrano spiegarsi innanzitutto con il ritorno a un regime di crescita debole della popolazione e della produttività – rafforzato da un ritorno a un regime politico obiettivamente molto favorevole ai capitali privati.

Siamo sicuri che il “libero” funzionamento di un’economia di mercato e di proprietà privata conduca sempre e ovunque, come per incanto, al livello ottimale? Come dovrebbe essere organizzata, in una società ideale, la divisione capitale-lavoro, e che cosa si dovrebbe fare per avvicinarsi a quel livello di organizzazione?