La brevità della vita (Italian Edition)

Chi non fa che correre da un impegno all’altro e non lascia in pace né se stesso né il prossimo suo, quando si è bene sfogato e ha fatto il giro di tutte le porte senza trascurarne una che sia aperta, quando ancora ha recato fra case molto distanti tra loro il proprio saluto venale,51 quanto pochi saranno coloro che potrà vedere in una città così g

Neppure porrei tra gli sfaccendati chi si fa portare qua e là sulla sedia o in lettiga, puntuale in queste sue passeggiate quasi non gli fosse lecito non farle, chi vuole che altri lo avverta dell’ora del bagno, di quella del nuoto o del pranzo: a tal punto costoro sono snervati da un eccesso di raffinata fiacchezza da non essere neppure in grado d

Si può forse dubitare che siano proprio i giorni più belli quelli che fuggono per primi per i miseri mortali, vale a dire per gli affaccendati? Mentre i loro animi sono ancora nella puerilità li sorprende quella vecchiaia24 cui giungono impreparati e inermi; non vi hanno infatti provveduto e vi sono caduti a un tratto senza accorgersene dato che no

Insomma: nessuno vuole dividere con altri il proprio denaro, ma non c’è alcuno che non distribuisca ad altri la propria vita; si è oculatissimi nel tenere ben stretto il proprio patrimonio, ma quando si tratta di sprecare il tempo, ossia quella cosa per la quale solo è onorevole essere avari, si è sommamente prodighi.

I vizi incalzano e premono da ogni parte e non ci permettono di rialzarci e di volgere lo sguardo sino alla chiara percezione del vero. Ci costringono anzi a rimanere immersi nella passione e a non tornar mai in noi stessi.

Non era meglio dimenticare questi fatti a che in seguito nessun potente li apprendesse e intendesse emulare un atto così inumano?

“A che indugi?” dice il poeta. “A che ti soffermi? Se non lo afferri, questo giorno subito fugge”; fugge anzi quand’anche l’hai afferrato. Bisogna quindi gareggiare in velocità col tempo e attingerne presto come da un rapido torrente che potrebbe pure esaurirsi.

Agli affaccendati, pertanto, non spetta che il presente, un presente così breve che non lo si può afferrare e che non fa che sottrarsi a chi è diviso in mille occupazioni.

Affatto infelice è la condizione di tutti coloro che sono occupati, ma ancor di più quella di chi non pena per le proprie faccende, che regola il proprio sonno su quello degli altri, il proprio passo su quello altrui e prova persino odio e amore, i sentimenti più spontanei, secondo quanto altri comandano. Se vogliono sapere quanto breve sia la loro