Possiamo parlare finché vogliamo di quanto il mondo sia globalizzato. Resta il fatto che la maggior parte delle organizzazioni – perfino le corporation più multinazionali – tendono a rimanere locali nelle

i manager devono tirare fuori il meglio dalle altre persone, mettendole nella condizione di dimostrare tutto il loro sapere e quindi di decidere e

il lavoro del manager come un’attività che si svolge su tre piani: attraverso l’informazione, con le persone e con l’azione diretta.

La gestione manageriale non è una di queste cose, ma tutte: è controllare e agire e fare affari e riflettere ed essere leader e decidere e altre cose ancora, non separate e sommate, ma fuse l’una nell’altra. Togliete

si sanno creare.

Gestire mediante l’informazione significa sedersi a due passi di distanza dall’obiettivo finale: l’informazione viene elaborata dal manager con lo scopo di incoraggiare le altre persone a compiere le azioni necessarie. Su questo piano, in altre parole, il manager non si focalizza né sulle persone, né direttamente sulle azioni, ma sull’informazione

La mia spiegazione è che vi siano due diversi modi di conoscere. Un modo cosciente, esplicito, che ci permette di discutere di un argomento, spesso perché ne abbiamo già sentito parlare o abbiamo letto qualcosa al riguardo. C’è però anche un modo di avvicinarci alla conoscenza delle cose più viscerale, tacito, basato sull’esperienza diretta.

agire per il meglio.

In sintesi, potremmo paragonare la posizione del manager al collo della clessidra, che si trova tra una rete di contatti esterni, da una parte, e l’unità interna da gestire, dall’altra. Il manager riceve dall’interno